Noi genitori siamo sempre esposti ai giudizi delle persone che ci circondano e che molte volte ci dicono cosa dovremmo e cosa non dovremmo fare con i nostri stessi bambini.

Ma chi è il miglior esperto del proprio figlio, se non la sua mamma o il suo papà?

Ci troviamo ogni giorno “incastrati” tra ciò che vorremmo fare e che sentiamo giusto e ciò che gli altri ritengono giusto per noi.

Oggi vorrei parlarti nello specifico degli orari e delle schede e di quanta pressione e ansia possono creare senza che nemmeno ce ne rendiamo conto. Te lo posso garantire sia dal punto di vista di mamma che da un punto di vista professionale in quanto consulente infantile.

Se mi segui già da un po’, sicuramente saprai il motivo per cui ho intrapreso questa carriera (che amo) e che mio figlio Noah si svegliava continuamente di notte.

Quando finalmente sono riuscita ad ottenere dei risultati inaspettati con il mio piccolino, subito in me è sopraggiunta la paura, anzi no, il terrore di tornare indietro e affrontare le stesse difficoltà di nuovo.

Così, sono diventata maniaca degli orari e delle abitudini e questo era sicuramente il risultato della mia ansia.

Ogni volta che Noah non si addormentava all’ora indicata oppure dormiva un po’ meno ad un riposino, ecco che in me scattava una risposta immediata: adesso il mio bambino sarà fuori scheda e ricomincerà a svegliarsi molte volte di notte!

Bene. Sono qui per dirti che non è mai successo!

I bambini si regolano e cambiano costantemente. I loro tempi di veglia, ovvero il lasso di tempo che passa dal momento in cui si svegliano da un sonno e il momento in cui sono pronti per dormire di nuovo, si allungano ogni 3-4 settimane.

Questo è il motivo per cui, ricercare la scheda e gli orari perfetti sono una perdita di tempo ed uno spreco di energie.

Inoltre i tempi di veglia e quindi di conseguenza gli orari, sono influenzati da moltissimi fattori, quali le attività che il bambino svolge durante la giornata, il suo temperamento (se è un bambino che dorme molto oppure poco), in che momento dello sviluppo si trova, se è nato prematuro, se stanno per uscire dei dentini, se è malato, se ha il reflusso, ecc ecc.

Ogni bambino è diverso, quindi non tutti i bambini della stessa età avranno gli stessi orari e le stesse abitudini; esattamente come noi adulti. Se magari io e te abbiamo la stessa età, non significa che dobbiamo dormire la stessa quantità di ore ed agli stessi orari, giusto?

Perché allora dovrebbe essere valido per i bambini?!

Se una mamma ha stabilito (o le è stato detto) che il bambino alle 9 di mattina deve essere addormentato per il riposino, ma il bambino non è pronto, quella mamma potrebbe allattarlo o cullarlo anche per 45 minuti prima che il bambino sia pronto per dormire.

Questo crea inevitabilmente stress alla mamma che può pensare magari di aver sprecato un’ora di una bellissima giornata, stando al buio in una stanza a cercare di far addormentare il bambino. Ma anche stress per il bambino il quale non riuscirà ad abbandonarsi al sonno con serenità perché “sente” che la sua mamma è ansiosa.

“Il sonno non è uno stato in cui dovresti cercare di forzare un bambino. È meglio stabilire condizioni che consentano al bambino di addormentarsi e che rendano il sonno autonomo e prolungato più facile e più attraente per il bambino “(Sears 2005).

Ed è proprio questa la chiave! Il sonno è naturale ma oggigiorno lo “forziamo” creando bambini che non hanno un buon rapporto con esso. Chi si abbandonerebbe al sonno serenamente se in quel momento è uno stress per tutti?

Nessuno può forzare un bambino a dormire, né tantomeno gli orari.

Le uniche due forze che fanno dormire il bambino sono il suo ritmo circadiano (ovvero il suo orologio biologico interno) e la pressione del sonno (quella forza o spinta a dormire che si verifica quando rimaniamo svegli per un certo periodo).

Ed è qui che i tempi di veglia ti aiutano a capire i RITMI ideali del tuo bambino, permettendoti di capire i suoi segnali di sonno invece che forzarlo in una scheda che non funziona per lui.

In questo modo contribuirai a evitare le lotte al potere al momento della nanna nei bambini più grandi e l’eccesso di educazione nel dormire mantenendo un’associazione positiva con il sonno per tutte le persone coinvolte.

Potrai mantenere un senso di prevedibilità seguendo un flusso naturale per la giornata del bambino, il quale mangerà qualcosa, poi giocherà o svolgerà un’attività con il genitore, seguita da un periodo di tranquillità che precede il riposino (routine pre-nanna), per poi dormire. Questo si ripete quando il bambino si sveglia dal riposino e il flusso può continuare per tutto il giorno.

Se il bambino è felice e tranquillo prima di andare a dormire, ci sono meno possibilità che resista ad addormentarsi. Ciò che un bambino può trovare rilassante un altro bambino lo può trovare stimolante.

Sintonizzati con il tuo bambino notando come ogni pezzo della routine che hai scelto per lui lo fa sentire. Più lo osserverai più facile sarà determinare quali elementi includere in una routine pre-nanna e quali includere in una routine del risveglio ad esempio al mattino.

Importante: Se il bambino impiega molto tempo ad addormentarsi, fermati e riprova dopo trenta minuti quando siete tutti rilassati. Segui i segnali di sonno che il bambino ti invia per aiutarti a capire quando è realmente pronto per dormire (trovi anche la lista di questi nel pdf da scaricare di seguito).

Leggi anche perché sono diventata consulente infantile. Leggi la mia storia

Leggi anche come creare il rito perfetto pre-nanna che ti aiuterà a ridurre lo stress.

Valentina ha conseguito la sua laurea sanitaria per poi avvicinarsi al tema del sonno dei bambini, conseguendo diverse certificazioni in sonno infantile e in allattamento. È mamma lei stessa di due bimbi piccoli e il suo approccio olistico le permette di fornire consigli accurati, moderni e che tengono conto di tutti gli aspetti che possono influenzare il sonno di un bambino. Offre consulenze personalizzate, webinar e corsi per aiutare i genitori a seguire i loro istinti.